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A.I. :Intelligenza Artificiale

(A.I. : Artificial Intelligence)

USA 2001

Con H.J. Osment, J.Law

Regia di Steven Spielberg

Ispirato ad un racconto di Brian Aldiss (Super Toys Last All Summer Long) e derivato da un progetto di Stanley Kubrick, AI è un film interessante e difficile da inquadrare. Scordatevi il classico cinema d'azione à la Spielberg, l'ombra del maestro scomparso attraversa continuamente questo lavoro. Tutto ciò, beninteso, condito da un certo disavanzo di sentimentalismo che può facilmente essere addebitato alle aggiunte personali del buon Steven.

Il ritorno di StarChild

In un futuro abbastanza prossimo, su una Terra dal clima devastato e ormai priva dei ghiacciai polari, una giovane coppia il cui unico figlio è ibernato a causa di una grave malattia, adotta David, un nuovo prototipo di automa bambino, in grado di provare vero amore. Presto l'unico scopo della vita di David diventa la ricerca dell'amore della madre, in una sorta di parossismo che, divenuto scomodo, 'costringerà' i genitori adottivi ad abbandonarlo. Divenuto un randagio, David inizierà la sua ricerca della fatina buona (del cazzo, aggiungeva in Full Metal Jacket il sergente Hartman) per trasformarsi in un bambino vero, finalmente degno di una famiglia. Rimasto però intrappolato nell'oceano ghiacciato per duemila anni, verrà risvegliato dagli ultimi abitanti della Terra, una razza ormai non più umana.

I nuovi abitanti della Terra, partendo da alcuni capelli, restituiranno per un solo giorno la madre a David, che riuscirà finalmente a sentirsi umano. Raggiunto lo scopo della sua intera esistenza, finalmente potrà lasciare che la sua mente se ne vada insieme a quella di lei.

Eredità

33 anni dopo 2001 , Spielberg prova a tirare le fila di un terzo di secolo di cinema e letteratura.

Le fonti? Il cinema di Kubrick (2001) e di Tarkowskji (Solaris) , Isaac Asimov (Bicentenary Man),P.K. Dick/ R. Scott  (Do Androids Dream of Electric Sheep/ Blade Runner), Collodi (Pinocchio), passando per eleganti citazioni di J.Cameron (Total Recall, The Abyss). Simili fonti hanno ispirato decine di autori, ma non sempre con questi risultati...

Inquadrature statiche, colori alterati, fotografia superlativa, silenzi e suggestione musicale (Le sequenze finali della 'casa ricostruita', commentate da qualcosa che ricorda molto da vicino le celebri Atmospheres di Gyorgy Ligeti sono memorabili, con la loro fotografia sovraesposta e la loro immobilità); effetti CGI grandiosi proprio perché invisibili (la città sommersa, il viaggio fra le antiche mura verticali, congelate dai millenni), una realizzazione tecnica ed artistica davvero di primo piano.

A parte le citazioni cinematografiche e letterarie, AI resta, a mio avviso, un film  piuttosto emozionante  proprio per colpa di un buon numero di scene e sequenze che arrivano dirette alla gola dello spettatore, il/la quale alla fine se ne frega beatamente della retorica, dell'eccesso di sentimentalismo, del fatto che 'questa l'ho già vista in...' ed apprezza piuttosto la bellezza di ciò che vede. Non è solo questione di vuota estetica. Ci si ripensa anche il giorno dopo...

Tecnica

La realizzazione è ai massimi livelli. La grana e la luce di questo film sono di caratura assoluta (voglio dire fra i migliori che io abbia mai visto); se si tratta di un formato Super 35, si merita un applauso. Il montaggio è compassato  e l'andamento in generale è maestoso e calmo. Musica originale all'altezza del resto, interessante e curata; registrazione numerica masterizzata in Dolby Digital / DTS / SDDS multicanale equilibrata e definita, grande dinamica e  (Grazie...) uso non eccessivo degli effetti  e del sub.

Fondamentalmente una gioia per gli occhi e per le orecchie.

 

Visione: Ottobre 2001.

Simone Bianchi