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La  bestemmia radicale  (All'ONU come in Italia)

 

La  vicenda della grande Russia che vuole espellere il piccolo Partito Radicale Transazionale dall'ONU ha senza dubbio degli aspetti un po' strani che vale la pena tentare di analizzare.

Le accuse mosse dalla Federazione Russa muovono dalla forte disapprovazione  per la parola offerta dal PRT al dirigente ceceno Akhiad Idigov durante  la seduta della Commissione ONU per i Diritti Umani. L'accusa dichiara che il signor Idigov "per conto del Partito Radicale ha diffuso idee  contrarie ai principi delle Carta delle Nazioni Unite". La Federazione Russa sostiene inoltre che il Partito Radicale, avendo offerto il diritto di parola a chi è responsabile di furti, rapimenti, commercio di schiavi, torture ed esecuzioni sommarie, ha violato seriamente le sue relazioni consultive con l'ECOSOC, come sancito dal paragrafo 57 (a) della risoluzione dell'ECOSOC numero 31 del 1966". Questo paragrafo  stabilisce che lo status consultivo può essere ritirato se l'organizzazione non governativa abusa chiaramente del suo status restando coinvolta  in una serie di atti contrari ai principi della Carta delle Nazioni  Unite inclusi atti infondati o politicamente motivati contro stati membri,  ovvero incompatibili coi principi e le norme...
Tuttavia il signor Idigov è un noto politico, infatti egli è stato presidente del Parlamento ceceno fino alle elezioni 1997. Una  volta rieletto, ne è diventato presidente della Commissione Affari  Esteri... La partecipazione del signor Idigov alla Commissione di Ginevra  era intesa a presentare il punto di vista del PRT attraverso un rappresentante  di un popolo afflitto da una grave situazione in tema di diritti umani e di cui il PRT si occupa.

L'altra accusa, accessoria ma utile per accaparrarsi le simpatie proibizionistiche di molti governi, vedrebbe i radicali finanziati dai trafficanti di armi e di droga di tutto il mondo. L'accusa riguarda le attività del PR riportate nel suo rapporto quadriennale relativo alle iniziative contro il traffico di droga. Il rappresentante della Federazione Russa  sostiene che le campagne antiproibizioniste "rientrano nella fattispecie  contenute nel paragrafo 57(b) della risoluzione 1966/31". Il paragrafo  57(b) prevede l'espulsione di ONG a seguito di prove dell'influenza dei profitti provenienti da attività criminali, internazionalmente  riconosciute, di organizzazioni dedite allo traffico di sostanze stupefacenti,  riciclaggio di denaro e traffico di armi.

L'iniziativa  antiproibizionista del PR si è sempre contraddistinta per aver  messo in dubbio la validità giuridica e l'efficacia politica delle leggi proibizioniste. Da una parte ha sostenuto che punire l'uso  personale di droga è incompatibile con il principio liberale  del "non c'è crimine senza vittima". Dall'altro lato il PRT ha  dimostrato che i risultati delle politiche repressive sono lontani dagli  obiettivi stabiliti e che il proibizionismo attualmente aumenta la produzione  e il consumo illecito delle sostanze proibite, mentre rafforza il potere politico, economico e sociale delle organizzazioni criminali. E a questi  risultati che il PRT si è opposto con forza. Le attività  relative alla droga del PRT presso l'ONU sono sempre state in conformità  con le regole e i regolamenti dello status consultivo e non hanno mai  creato problemi né alla Commissione sulle sostanze stupefacenti,  né durante la sessione sulle droghe dell'assemblea delle Nazioni Unite tenutasi dal 6 all'8 giugno del 1998, dove il PRT ha preso la  parola anche per conto di altre ONG (Organizzazioni non governative).  Insomma da parte dei radicali c'è solo una chiara, dura e civile  contestazione nei confronti di Pino Arlacchi, responsabile ONU per le  droghe, che, sta raccogliendo risultati discutibili. La politica degli  incentivi, infatti, sembra abbia funzionato da vero e proprio moltiplicatore  keyneisano per la produzione di sostanze stupefacenti. Al di là  dell'antiproibizionismo: dal 1997 nell'Afghanistan finanziato dalla  politica ONU / Arlacchi, la produzione è ormai raddoppiata e raggiunge  il 75% della produzione mondiale.
L'inconfessabile movente dell'iniziativa russa rientra nel quadro del  già conflittuale rapporto del mondo radicale con i governi di Mosca (comunisti e non) e conseguentemente con le realtà culturalmente  filosovietiche. Già ai tempi della guerra del Vietnam e dell'armamento  nucleare, il Partito Radicale, che all'epoca era una realtà puramente  italiana, aveva già una terza posizione rispetto al pacifismo  marxista che monopolizzava i movimenti occidentali, viziati, secondo i radicali da ideologiche distrazioni, come quella avuta sugli SS20  filosovietici ai tempi delle dure contestazioni per i missili di Comiso.  Il cattivo rapporto con la sinistra marxista ha poi reso impossibile  il nascere di un vero dibattito interno alle varie anime della sinistra  italiana, di cui i radicali sono stati una delle più intransigenti  avanguardie. Pasolini mise affettuosamente in guardia i radicali dal  pericolo di " un nuovo conformismo di sinistra che si apprestava ad  appropriarsi della battaglia per i diritti civili creando un contesto  di falsa tolleranza e di falso laicismo".
 

Sospetti

Di  fronte al comportamento della Federazione Russa in Cecenia il PRT non  si è mai distratto ed ogni volta che ha potuto ha denunciato e  contestato una situazione che violava i più elementari diritti  umani. Il conflitto cominciò circa nove anni fa, più o meno da quando al Partito Radicale, già divenuto transazionale,  è stato possibile, grazie alla distensione di Gorbaciov, aprire  una sede a Mosca, divenuta poi la base degli obiettori di coscienza  russi e di molte anime critiche. L'attività di questa sezione  del PRT culminò nel 1995, quando fu organizzato un congresso  antimilitarista assieme ad altre associazioni, tra cui quella delle  madri dei soldati, (diciottenni mandati allo sbaraglio in Cecenia) ed  il cui scopo era quello di legalizzare il servizio civile in Russia
Nel 1994 il dirigente radicale Andrea Tamburi è stato colpito  a morte da sconosciuti a meno di cento metri dal commissariato centrale  di Mosca, ed è deceduto poi tre giorni dopo in un ospedale registrato  sotto un altro nome;
Nel 1995 stessa sorte stava per toccare a Kramov, radicale russo, aggredito  e ferito alla testa;
Ed ancora: trauma cranico per Valentin Oskotskij, docente universitario  alla scuola di giornalismo, anziano scrittore membro dell'associazione  "Nessuno tocchi caino" e direttore della rivista "Literaturnyee Vesti"  nonché membro della Commissione per la Grazia alla Presidenza  della Federazione russa.
Chiaramente nessun episodio è stato mai seriamente chiarito e  nessun aggressore individuato.
 

Russia  e non solo

L'esperienza  del Partito Radicale Transazionale è singolare:
rinunciando ad ogni prerogativa nazionale, il Partito Radicale si dette delle priorità non piˆ nazionali e tentò di allargare  la sua azione su scenari molto più ampi. Con l'obbligo di non  potersi più presentare ad elezioni politiche, fu ammesso all'ONU  come organizzazione non governativa di primo livello (riconoscimento  dato ad una sessantina di organizzazioni ed associazioni di tutto il  mondo tra cui la Caritas, la Lega islamica, la Croce Rossa etc.)

Il  debutto radicale all'ONU risale al 1995 nella "Sottocommissione per  la prevenzione della discriminazione e la protezione delle minoranze"  ed avviene regalando la parola a Isak Swu, presidente dei Naga, un popolo  perseguitato di tre milioni di persone che vivono sui confini di Cina, India e Birmania. Come in Italia trent'anni fa, quando Pannella firmava  i giornali extraparlamentari, da Lotta Continua a Re Nudo, permettendone  così la diffusione pur non condividendone i contenuti, i Radicali  sono riusciti a fare più di una provocazione praticando una sorta  di "Diritto di tribuna", offrendo la parola ai dissidenti di tutto il  mondo, anche dalle carceri, senza il vizio di verificare le buone intenzioni  di ognuno. Questo strumento civile ha spesso infastidito il contesto  politico che aveva automaticamente una crisi di rigetto di fronte a  chi si schierava a favore dei diritti umani contro l'ipocrisia e l'arroganza  dei poteri costituiti e che rischia ora di essere eliminato.

L'irriverenza  radicale ha per la prima volta rinfacciato il proprio deficit democratico  a paesi come l'Iraq, l'India, l'Indonesia (per Timor Est), Cuba, Ucraina  (Tatari di Crimea).

In questi ultimi anche la Serbia e la Cina sono state vittime delle attenzioni del PRT: la grave crisi jugoslava aveva fatto ben sperare per il sogno radicale di istituire presso l'ONU il Tribunale Penale Internazionale, il quale poteva essere un ottimo strumento per fermare i Milosevic di  turno. Paradossalmente fra coloro cui l'idea non piaceva c'erano anche  paese "civili" come gli Stati Uniti per motivi chiaramente deducibili. La Cina è stata piˆ volte tirata in causa sempre sul tema  dei diritti civili da Wei Jingsheng, principale dissidente cinese al  quale Il PRT ha regalato spesso la parola, l'ultima volta nello scorso aprile, poco prima la parola presa dal dirigente ceceno Idigov non scatenasse  la richiesta di espulsione del PRT da parte della Federazione Russa.


Un'iniziativa del genere non è mai stata presa da nessun governo  nei confronti di nessuna organizzazione non governativa e questo è  di per se un fatto eccezionale che creerebbe, nel caso andasse a "buon  fine", un precedente inaccettabile, il tutto aggravato dalle accuse  a dir poco fantasiose. La proposta di espulsione del Partito Radicale  dalle Nazioni Unite, dopo cinque anni di iniziativa politica radicale  all'Onu, costituisce non solo un attacco all'unica internazionale nonviolenta  del diritto e delle libertà, ma un attentato al principio della  libertà di espressione, solennemente affermato dalla Carta dell'Onu  e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.
 

".(...)  dimenticate subito i grandi
successi e continuate imperterriti,
ostinati, eternamente contrari, a
pretendere, a volere, a identificarvi
col diverso; a scandalizzare; a
bestemmiare.(...)"
 

P.P.Pasolini  dall'intervento preparato per il Congresso del Partito Radicale - Budapest  22-26 aprile 1989)

Luca Moretti