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The Digital Lesbians

Questa intervista a Chiara Passani, autrice e organizzatrice del sito www.womanaffair.org* è il risultato di uno scambio di opinioni ed e-mail durato diverse settimane. Non ho aggiunto nulla e non ho limato alcunché. Quello che andate a leggere é stato veramente scritto ed è quindi reale documento. Vi interessa capire cosa pensa una donna, lesbica, attiva e intelligente, della società che la circonda? Bene, queste righe fanno per voi. Se non vi interessa, probabilmente avete sbagliato sito Internet. Buona lettura a tutti.

D1: spesso si sente parlare di femminilità e Internet; il più delle volte ci si riferisce alle protagoniste di esagerati tour de force sessuali su qualche sito hardcore, oppure, quando va bene, a intriganti personaggi da fumetto (mi viene in mente Naima nel film Nirvana di Salvatores) che coniugano una sottile eleganza ad una insana passione per i transistor. Noi esseri di ciccia vera (io anche troppa) non abbiamo nulla del mito, ma abbiamo il pregio di essere concreti... La vera donna in Rete, a mio avviso, è ora la webmistress. Perché non si può essere solo presenti nella discussione, bisogna anche organizzarla. La voce dell'intelligenza e del fascino non è tutto. Bisogna 'sporcarsi le mani', impugnare gli attrezzi e gettarsi nella costruzione della Rete come strumento per la circolazione delle idee. Da quando ho visto il sito di womanaffairs.org comincio a sperare che finalmente anche la parte femminile del pianeta stia venendo a galla in veste di organizzatrice della discussione (ne ho piene le palle di discussioni sulla donna, film sulla donna, libri sulla donna, caramelle per la donna, siti web per la donna...prodotti da uomini anziché da donne).

Dunque cara webmistress, il TUO è un sito per donne prodotto da una donna. Che sensazione dà uscire dalla gabbia? Parlaci, se vuoi (ehm, a Tmag siamo quasi tutti uomini) , della tua esperienza.

Ti ringrazio per avermi chiamata 'web mistress': mi piace che si sottolinei l'essere donna nel contesto piu' spesso maschile della creazione di siti web. Ti ringrazio anche per aver visto in me l'agente di una specie di riscossa femminile in cui le donne si appropriano di internet e parlano con donne che condividono gli stessi interessi. In realtà molte ragazze e donne, prima di me e il mio staff, hanno fatto cultura su internet: pensa solo al sito  e ai bei siti lesbici fatti da associazioni italiane. La novità del sito Woman Affairs è nel fatto di essere un portale che si propone di fare cultura, ma anche di intrattenere un pubblico interessato al mondo lesbico. Ecco, qui arriviamo ai problemi legati alla produzione di un nuovo sito, in particolare un sito che riguarda l'omosessualità femminile. Come hai detto tu giustamente 'ci si sporcano le mani': fare un sito di questo genere presuppone una certa idea di che cosa significa essere lesbica, e questo ti rende un bersaglio naturale di ogni reazione, dai complimenti piu' vivaci a critiche ai confini dell'ingiuria. Per esempio una ragazza ha scritto a woman Affairs augurando a tutta la redazione lo 'stupro etnico'.

Questo ti fa capire come niente è scontato quando si comunica con le altre donne: sei costantemente sottoposta al giudizio del pubblico, e devi avere il coraggio di accettare le critiche, ma anche di andare avanti se ritieni che le critiche siano improprie: Woman Affairs non vuole rappresentare le opinioni di persone singole e nemmeno di gruppi determinati. Alla fine però penso che sia proprio questa la forza di Woman Affairs: gli interventi del nostro pubblico e gli stimoli che ci dà in continuazione. Sempre riguardo alla partecipazione delle donne alla comunicazione via web direi che in effetti internet ha fatto il miracolo: con la sua struttura decentrata e anarchica ha permesso a ognuno di acquisire conoscenze e di spenderle a sua volta per comunicare a un numero potenzialmente enorme di persone. Attraverso internet si sono infittiti gli scambi tra le donne e anche tra le lesbiche: ci si invia materiale, link a siti interessanti, si litiga via e-mail, si chatta. In questa nuova fase della comunicazione, posso affermare che, anche se il senso di isolamento che provano soprattutto le ragazze della provincia (ne so qualcosa anch'io!) non può dirsi superato del tutto, di certo, attraverso le comunità lesbiche che sono nate on line, è possibile finalmente parlare di sé stesse senza subire la censura repressiva della famiglia e della società meno moderna. A questo punto però c'e' un problema: l'idea comune della lesbica, purtroppo in attesa di avere il suo giusto riconoscimento sociale, è ancora legata a una fantasia pornografica maschile. Questo ha come conseguenza il fatto che tutti i luoghi di internet consacrati agli incontri sentimentali ed erotici tra le donne sono frequentati con atteggiamento piu' o meno rispettoso anche dagli uomini.

Tutto questo ha creato un clima di fragilità che si percepisce chiaramente nelle chat lesbiche: c'è un controllo molto forte per assicurarsi che dietro un nick femminile non si nasconda un uomo alla ricerca di piacevoli incontri. E' per questo che Woman Affairs ha creato uno spazio riservato 'just for women', dove le ragazze si possano incontrare e trovare con la massima tranquillità. Ma stai attento, Simone: questa non è una scelta separatista. Woman Affairs parla della cultura lesbica a chiunque sia interessato, conformemente allo spirito democratico di internet. Niente comunicazioni segretissime riservate alle donne, insomma. In un'epoca in cui il diritto all'informazione è già la nuova frontiera su cui combattere ti sembra praticabile l'opzione di un sito internet che si proponga di parlare solo alle donne, o peggio, solo alle lesbiche? E poi, nemmeno a dirlo, con che parametro stabilisci chi sono le lesbiche?

D2:Importante, il sito è dedicato e indirizzato a donne lesbiche, senza (vivaddio!) razzismi verso gli altri orientamenti sessuali. Anche il popolo etero trova qualche strizzatina d'occhio e si appassiona a delle problematiche a cui spontaneamente forse non avrebbe mai pensato...Il fatto che sei lesbica ha influito nella decisione di buttarti sullo sviluppo Web?

Sì, questo è l'obiettivo del sito: comprendere invece che escludere.

Questa scelta è naturale se pensiamo alla vocazione di internet ( e Thinkmagazine ne è l'esempio): la massima circolazione delle informazioni. Un sito web per essere utile deve essere accessibile, altrimenti è sufficiente fotocopiarsi in casa una rivistina e distribuirla alle amiche. Qui però si apre un problema complesso: il rapporto tra chi visita il sito (tutti i generi e tutti gli orientamenti sono contemplati) e la sessualità delle lesbiche. Molte di noi pensano che l'argomento sesso sia e debba rimanere off limits, soprattutto per gli uomini eterosessuali. Secondo me questa posizione è impraticabile e anacronistica, e anche un po' ipocrita.

Prima di tutto trovo abbastanza presuntuoso pensare che gli uomini eterosessuali non si interessino ad altro che a cosa fanno le lesbiche a letto. Poi, ognuno di noi ha delle curiosità: ci informiamo e passiamo oltre senza aver nuociuto a nessuno. Allora, che cos'è che disturba tanto dello sguardo maschile nella nostra camera da letto? Che gli uomini possano trovare tutto questo eccitante? E allora? Non è un problema nostro. E poi, riservare qualunque accenno al sesso ai convegni per sole donne dannneggia noi stesse e il dialogo che ne può scaturire. Se non siamo noi a parlare di come viviamo il sesso, l'erotismo lesbico sarà sempre ammantato di mistero, e sopravviveranno certi pregiudizi molto antipatici partoriti da una mentalità maschilista.

Per tornare alla tua domanda ti dirò che un sito di cultura lesbica come Woman Affairs ha scommesso proprio sul confronto: mantenendo il focus lesbico cerchiamo di capire come tutti gli aspetti della vita arrivano a incrociare il nostro orientamento sessuale, e quindi la nostra vita sessuale, sentimentale e di relazione. Facendo un primo bilancio (e qui pecco un po' di presunzione) direi che, dal confronto con altri aspetti del nostro e dell'altrui vivere, il nostro amare le donne emerge come banalmente e meravigliosamente normale. Voglio dire, l'impressione che ho ricavato dalle nostre interviste e dagli interventi del pubblico è che non c'è gloria nell'essere lesbica, né nell'essere etero, uomo, donna, butch, transessuale, etc.: la gloria ci viene da come rendiamo bella la vita a noi stessi e agli altri.

Quindi gli interessi di una ragazza omosessuale vanno al di là delle lotte e delle discussioni su cosa vuol dire essere lesbica: c'è anche intrattenimento, gioco, flirt, cultura, incontri. Insomma, la parte leggera (in tutti i sensi) della vita.

L'essere lesbica non ha influenzato la decisione di imparare lo sviluppo web, ma l'idea di fare un portale lesbico ne è stata una naturale conseguenza. Questo un po' per dare il mio piccolo contributo all'ambiente lesbico italiano, e un po' per guadagnare soldi.

D3 Parlare ad una comunità (lesbian, gay, trans, bisex) che solo ora esce coraggiosamente dal ghetto, e lo fa, secondo me, nella maniera più potente, cioè senza la voglia di stupire a tutti i costi, ma con una tranquilla fermezza che disarma (spero) anche i più critici, deve essere una spinta potente. La Rete offre a tutte le comunità che vogliono fare circolare le idee una concreta possibilità di comunicare, direi...cosa pensano le interessate della tua iniziativa digital-lesbian? (due domande al prezzo di una :-)

Hai toccato un punto dolente: il problema dell'ostentazione.

Quando parli della "voglia di stupire a tutti i costi" tu parli degli ultimi Gay Pride, probabilmente.

A Roma, alla manifestazione del 2000 ho ammirato moltissimo il coraggio delle trans nel mostrarsi, nell'ostentare la loro nudità come un grido contro la rigidezza dei bigotti. Noi omosessuali invece sembravamo tutti dei bravi bambini ubbidienti: "I politici hanno detto che non bisogna far casino e noi non facciamo casino". I politici hanno detto che dobbiamo essere normali e noi dimostriamo che siamo normali.

E poi, guarda un po', il giorno dopo il Gay Pride il Papa ci ha fatto sopra il suo piagnisteo e l'incubo del benpensante è finito. Questo perché non c'è ancora il coraggio di andare dal macellaio e dire: "mi dia due fettine di carne per la mia fidanzata" preparandosi a dare qualche spiegazione in più al macellaio sul nostro mondo.

Quindi, i siti gay e lesbici servono perché rafforzano le persone (la comunità?) omosessuali (o comunque "diverse"), ma il salto di qualità vero è nell'essere visibili e sereni.

D4: Molte ragazze che si professano lesbiche sono state insieme ad un uomo, poi hanno cambiato orientamento ed ora magari sono felicemente fidanzate con una donna. Secondo te sono loro che sono cambiate, oppure hanno scoperto semplicemente di essere sempre state omosessuali, oppure ancora hanno trovato nelle donne qualche cosa di più che era loro sfuggito prima?

Questa è una domanda difficile, che ha tante risposte quante sono le donne che si considerano lesbiche. Innanzitutto a molti omosessuali (me compresa) piace pensare che siamo nati lesbiche e gay, e ce ne siamo resi conto a un certo punto della vita. Ma è davvero così? Di certo la questione è molto più complessa, e noi tendiamo a dare la spiegazione che ho accennato sopra per metterci al riparo da osservazioni sgradevoli sull'"inopportunità" dell'essere omosessuali. Se prendiamo solo le ragazze che si considerano lesbiche (sono tanti e di tante forme i rapporti sentimentali che possono stabilirsi tra donne) il passaggio da un partner maschile a una partner donna non è il risultato di una mancanza dell'uomo. Dico con un po' di spirito provocatorio che quello che una donna cerca in un'altra donna è un po' la stessa cosa che altre cercano nel rapporto con l'uomo: il massimo del coinvolgimento erotico ed emotivo. Questo secondo me è il vero discrimine, al di là delle disquisizioni sulle diverse modalità del rapporto. Se qualcosa era sfuggito alle lesbiche quando vivevano un rapporto eterosessuale è l'oggetto del desiderio: il corpo e la personalità di un'altra donna. Si può cambiare? Cioè passare da un orientamento eterosessuale a uno omosessuale? A questo non so rispondere. Se qualcuna pensa di avere cambiato orientamento nel corso della vita si faccia avanti. Io penso piuttosto che si possano impostare rapporti di vari tipi, più o meno sessualizzati, ma, a meno di avere un orientamento perfettamente bisessuale, prima o poi si capisce qual è quello che ci fa stare meglio.

D5: Sono importuno e curioso, lo so. Come maschio, riesco vagamente ad immaginare come potrebbe essere andare a letto con un altro uomo; ma non riesco ad immaginare come sia fra due donne. Tranquilla, non credo che quelle ragazzone ossigenate da film porno siano vere lesbiche...che differenze si possono trovare, sessualmente parlando (a parte quelle ovvie), fra uomini e donne?

Molte differenze. Ma, inimicandomi il 95% della popolazione lesbica italiana, ti dirò che non penso che in assoluto il rapporto lesbico sia migliore di quello eterosessuale. Entrambi hanno vantaggi e svantaggi, sicurezze e pericoli. Rispetto al rapporto etero quello lesbico si segna un punto grazie alla libertà nell'inventare il gioco erotico. Questo non perché il rapporto donna-uomo lo vieti, ma si sa che all'interno di una coppia eterosessuale sono molto forti le aspettative di genere, quindi i rispettivi ruoli, anche sessuali. Niente comunque che non possa essere rielaborato con fantasia. Il rapporto omosessuale (femminile e maschile) non ha grossi pattern da seguire, e quindi è incoraggiato a rifiutare, copiare, citare, inventare, etc. Certo, anche il rapporto lesbico ha i suoi spettri: per esempio il problema penetrazione/non penetrazione.

Le domande sono: "Mi piace la penetrazione, vuol dire che mi piace anche l'uomo", "Non mi piace la penetrazione, sono troppo mascolinà", e così via. Ecco, ho detto tutto questo per farti capire che l'erotismo lesbico è un mondo molto variegato, e che le lesbiche, nonostante si pongono in maniera critica verso la società eterosessuale, rischiano spesso di essre poco libere nell'espressione erotica. Per ulteriori curiosità sul sesso lesbico rimando alle faq di Woman affairs:

D6: Vogliamo estendere la comunità GLBT (Gay, Lesbian, Bisex, Transex) fino a farla diventare, col passare del tempo GLBTE (aggiungendo Eterosex)? Personalmente non ho mai sentito il vallo fra omo ed etero quando ho parlato con te ed altre amiche / amici omo; peraltro ho sempre avuto simpatia per le persone comunicative e comprensive, a prescindere da cosa amino fare dei propri orgasmi. Facciamo un ponte di cui tutti sentono il bisogno fra i nostri gusti e le nostre abitudini sessuali, parliamone con ironia e comprensione, scopriremo di essere più vicini gli uni agli altri di quanto non sospettassimo... dimmi per favore cosa ne pensi, e come credi potremmo convincere gli intolleranti (vedi 'stupro etnico').

Conosco un modo per far passare tutti questi messaggi insieme: uscire allo scoperto con semplicità, umiltà e senso civile. Essere disposti a spiegare, a chiedere, alitigare. Non è facile: è più comodo "fare finta di niente"ma, alla lunga, è proprio quest'ultima la strada più difficile, perché ormai la gente è smaliziata, e spesso capisce della tua (omo)sessualità più di quanto ne capisca tu stessa. Però impegnandosi, facendo capire agli altri che la variante (e sottolineo variante) omosessuale è una ricchezza e non una minaccia, posso affermare che la risposta è ampiamente positiva. E allora via a una società GLBTE, dove i soggetti riconosciuti non siano solo gay, lesbiche, bisex, trans ed etero, ma che sia l'essere umano e la sua complessa identità affettiva e sessuale.

D7: questa non è una domanda. E' carta bianca. Uno spazio per i tuoi commenti, insulti, baci, abbracci, scrivi ciò che vuoi: la tastiera è, giustamente, tutta tua.

Vorrei esprimere la mia ammirazione per te, Simone, perché porti avanti la tua iniziativa culturale attraverso il sito, arricchendola con un'esplorazione dei fenomeni priva di preconcetti. Questo ti allonatana da una certa cultura noiosa e classicista. E' per questo che il tuo lavoro merita pienamente l'interesse dei tuoi lettori. Ciao! Chiara

Accidenti!... non mi merito tutto ciò...

Simone Bianchi

 

* www.womanaffair.org non è più on line (inizio 2002).