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1. sangue

Vi racconto una storia...

Immaginatevi che una catastrofe mondiale, provocata da criminali senza scrupoli, in nome di 'ideali' assassini, provochi un disastro in cui 7000 persone perdono tragicamente la vita. Domani.

Pensate a settemila vite troncate di colpo, annientate in nome della 'lotta', del 'diritto' di rivalsa e, infine, di 'Dio' che è 'con noi'...

Questa catastrofe si ripete anche dopodomani.

E il giorno dopo.

E quello appresso.

Per tutta la settimana.

Per tutto il mese.

Per un anno intero.

Muoiono circa 2,5 milioni di persone durante questo anno tragico.

Riuscite ad immaginarvi un pianeta del genere?

Non è difficile, perché in effetti la Terra è un posto ben più infernale, per la grande maggioranza delle persone che la abitano; infatti ogni anno circa 10 milioni di persone, in grande maggioranza bambini, muoiono di fame in mezzo alle più atroci sofferenze...il che vuol dire circa ventottomila persone al giorno.

Perché tutti questi cadaveri? In buona misura a causa della fame di risorse del mondo industrializzato. Noi sottraiamo e consumiamo la gran parte delle materie prime del mondo. Le 'difendiamo' con la guerra, i blocchi di potere, i governi fantoccio, la lotta di alcune (non tutte, per fortuna!) aziende per raggiungere fatturati superiori al PIL di molti stati, a spese di coloro che con il commercio onesto di queste risorse potrebbero distribuire la ricchezza sia agli stati del Sud del mondo che ai Paesi industrializzati.

Ma non è questo il solo risultato che si ottiene, la morte, voglio dire, con l'impoverimento di interi continenti; infatti quando la gente ha fame

1) smette facilmente di adoperare il cervello.

2) lascia perdere cose come la cultura, la circolazione del sapere, la democrazia e il rispetto dei diritti umani a favore del culto della forza, della vendetta e della guerra.

Le civiltà legate alla religione musulmana hanno vissuto in passato momenti di grande splendore ed hanno contribuito al nascere del mondo moderno. Da ingegnere non posso fare a meno di pensare con gratitudine ai matematici indiani ed ai divulgatori arabi che importarono in Occidente i numeri che ancora oggi usiamo, liberandoci da quel macchinoso sistema di conteggio che le nostre radici classiche ci avevano lasciato in eredità. Senza queste innovazioni non sarebbero nate la scienza e la tecnologia di cui oggi andiamo (io per primo) cosœ orgogliosi. Devo ricordare inoltre Avicenna e Averroè? Spero che rifletterete su questi nomi...

Nessuna civiltà è esente da gravi peccati, pensiamo alla condizione della donna nel mondo arabo odierno come in quello di cinquecento anni fa; e già che ci siamo pensiamo anche che in Europa, fino all'inizio del secolo scorso esisteva il reato di sodomia, e che le donne hanno conquistato il diritto di voto in Italia nel 1946, proprio all'inizio del periodo di grande accelerazione economica della civiltà occidentale. Invece, in tutte le parti del mondo che sono rimaste vittima dell'imperialismo (occidentale o russo), prosperano le dittature, le lapidazioni, le condanne a morte (la pena di morte a dire la verità c'è anche in Occidente), la teocrazia (c'era anche in Europa quando eravamo arretrati, ricordate?) e, infine, coloro che sono pronti a morire per una CAUSA. Tipo per esempio buttarsi con un aeroplano su di un palazzo alto trecento metri per ammazzare settemila innocenti.

Il sangue degli innocenti grida sempre vendetta, e i paesi industrializzati hanno armi potenti; niente di buono arriva mai dall'assassinio, da qualunque parte esso venga. A coloro cui venisse in mente di affermare che io giustifico gli assassini che hanno colpito negli Usa nel settembre 2001, vorrei dire dove possono metterselo questo pensiero. Io non giustifico la strage e l'omicidio di nessun tipo, terroristico, bellico, per fame, di Stato, personale, per profitto o disinteressato. Gli assassini rinunciano alla loro umanità.

Non diventiamo come loro.

2. nessuna soluzione?

 

Avrete notato che non ho proposto soluzioni a questo stato di cose; il fatto è che non ci possiamo aspettare soluzioni dai soliti Grandi Interessati con i loro giochetti di potere. Bisogna crescere dentro, far circolare l'informazione, incontrare gli altri; vorrei che le donne in Arabia Saudita potessero prendere la patente,e in Afghanistan scoprirsi il viso, se lo vogliono, vorrei che i paesi occidentali imparassero il rispetto della natura dai Nuba del Sudan (sottoposti al genocidio, ma tanto non lo sa nessuno) che hanno uomini dal fisico curatissimo e poderoso e forse le donne più belle del mondo, perché li stanno massacrando tutti? Perché la loro terra è ricca di risorse...Le mie speranze sono riposte ancora una volta nella Rete, finché ci saranno software libero e protocolli di comunicazione liberi l'umanità avrà una speranza. Si può raggiungere l'Africa o addirittura un paese in guerra (vedi la ex Iugoslavia durante la guerra del Kossovo) con linee telefoniche scalcinate ed avere ancora l'email, magari passando su una rete X25 morente, nessuno potrà fermare chi ha volontà di agire...in pace.

Non siamo i migliori in tutto. Nessuno lo è.

E tutti questi bei discorsi (o brutti se non siete d'accordo) non servono a nulla. La gente continua a morire. E noi, che non moriamo di fame ma magari d'attentato, viviamo per ora di speranze.Le mie parole sono polvere, già nel momento in cui le scrivo...

 

3. una dedica

 

Per tutte le vittime degli attentati in USA, e per tutte le vittime di tutti gli attentati, in qualunque Paese.

Per tutte le vittime di tutte le fazioni, in tutte le guerre.

Per tutte le vittime di tutte le violenze.

Per tutte le vittime della fame.

Per tutti i condannati a morte.

Per tutti coloro che muoiono di mano umana.

Le vostre morti sono assurde e ingiuste. Il vostro sangue è versato inutilmente, perché dall'assassinio non può nascere la vita, che viene solo dall'amore e dalla vita stessa; il mio augurio è che le vostre esistenze distrutte e ormai impossibili da riavere indietro un giorno rappresentino non un incitamento alla vendetta, ma il maggiore motivo per spingere gli esseri umani lontano dalle politiche della forza, lontano dalla faida che un giorno potrebbe distruggerci tutti.

Simone Bianchi

Aggiornato: Ottobre 2002