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UNBREAKABLE (Il Predestinato)

(USA 2000) Regia di M.Night Shyamalan.

Personaggi principali:

David Dunn ( Bruce Willis), l'eroe.

Elijah Price (Samuel L. Jackson), l'uomo di vetro.

David Dunn e' un uomo inconsapevole delle proprie capacita' superiori, trascina la propria esistenza senza entusiasmo ne' scopo; anche il rapporto con la moglie e' al tracollo, tutta la sua vita non sembra avere un senso. Un giorno di ritorno da New York e' coinvolto in un terribile incidente ferroviario, tutti i passeggeri perdono la vita, ma lui ne esce illeso senza riportare nessuna ferita, nessun trauma. Un vero e proprio miracolo.

Shyamalan cosi', fa iniziare il film da una catastrofe, e forse nel momento in cui la vita di David tocca il punto piu' basso. Prova ne e' la scena iniziale sul treno tra lui e la ragazza che gli siede accanto: lui si toglie la fede perche' vuole corteggiarla, ma quando lei se ne accorge gli dice di essere gia' occupata, quindi si alza imbarazzata e cambia di posto. Subito dopo avviene lo spaventoso incidente.

Il dopo e' di una sconcertante regolarita': esce dall'ospedale con il figlio e la moglie, poi lo ritroviamo nella sua cucina a mangiare "come sempre" e da solo, e alla moglie, prima di andare a dormire, dice solo che aspetta una risposta da New York per un lavoro da poliziotto.

A questo punto siamo proiettati indietro di trent'anni e assistiamo al parto, avvenuto, di una donna di colore in un centro commerciale e a cui, disgraziatamente, e' caduto il neonato. Il dottore accorso ad assisterla si accorge che il bambino ha tutti gli arti fratturati.

Piu' tardi sapremo che e' vittima di una grave malattia che rende le ossa estremamente fragili ad ogni percossa. Quando e' gia' un ragazzino i suoi compagni di scuola lo chiamano l'uomo di vetro per la sue frequenti fratture. Sua madre lo consola regalandogli fumetti che lui dovra' conquistarsi con atti di coraggio, perche', lei gli dice, "se deciderai di avere paura adesso, avrai paura tutta la vita".

Il mondo dei fumetti diventa quindi il suo mondo possibile, in cui gli eroi hanno il loro ruolo ben preciso e giustificato dal compito che svolgono all'interno della storia, basata sulla contrapposizione di forze contrarie che si fronteggiano mantenendo cosi' in equilibrio i due opposti.

In questo modo ci vengono presentati i due personaggi, di David non conosciamo, e lui stesso non conosce, il proprio passato, lo ha dimenticato; di Price, alias uomo di vetro, ci e' tracciata l'origine-natura, di cui lui ha precisa consapevolezza. La vera natura di David la scopriremo insieme a lui e tutto il film diventa un'ascesa del protagonista alla scoperta della sua vera natura dopo l'incontro con l'enigmatico Price, divenuto, da grande, proprietario di una galleria d'arte dove espone i disegni di grandi fumettisti. Il mondo del fumetto e' presente ha tratti, il regista lo pone come sfondo, non sembra avere un ruolo sulla superficie del racconto (non si parla mai di fumetti in tutto il film, solo Price ne parla) ma in realta' lo informa dal di dentro, non e' solo monomania di Price, e' la lettura del mondo attraverso le leggi che regolano la realta' della fantasia e che per lui devono per forza avere origine nel mondo reale. La domanda che innesca il suo folle (ma necessario) progetto di ricerca, nasce dal considerare che (mia parafrasi) "se esisto io, l'uomo di vetro, estremamente debole e vulnerabile, in questo mondo, per necessita', deve esistere il mio opposto, un uomo straordinariamente forte e indistruttibile, un eroe. Questo perche' si raggiunga l'equilibrio nella natura.

Una volta riuscito ad incontrare David lo avvia alla scoperta di se stesso, gli dice quello che in realta' e', sara' una lotta contro l'incredulita' che man mano scompare quanto piu' David scopre alcune verita' del suo passato che lui stesso aveva negato, sostituendole con verita' presunte o comunque spiegabili (non si e' mai ammalato, l'incidente in auto). Il graduale possesso delle sue reali forze e' la resurrezione di un uomo dagli inferi dell'esistenza comune, e' la conquista del reale valore di uomo svelatogli dalla Conoscenza del proprio compito, della propria Opera. David subira' una vera e propria trasmutazione, e in questo e' accompagnato da suo figlio, che e' l'unico a riconoscere l'eroe in suo padre (vuole sparargli per fargli rendere conto della sua invulnerabilita'). Alla donna (Robin Wright Penn), moglie di David, viceversa, e' assegnato il compito di riconoscere in Price il lato oscuro e perverso: e' lei, infatti, a non volere piu' che suo marito si incontri con lui. La conquista del suo vero ruolo ha portato alla riscoperta dell'amore per la moglie, e all'unita' della famiglia.

L'atmosfera enigmatica e' ben presente in tutto il film, tutta la vicenda si svolge quasi esclusivamente in ambienti chiusi. Iniziando dal treno, dall'ospedale e dalla casa di David, la luce e' piu' presente per riflesso o per l'ombra che crea, ed i colori sono sempre su un tono scuro, che bene rendono lo stato d'animo in cui i protagonisti sono immersi. La luce ritorna nella scena della colazione, il mattino dopo l'intervento di David come eroe. Credo che il cielo non lo si veda mai, o quasi. La Galleria di Price, durante il primo incontro, e' immersa nell'ombra. L'ambiente chiuso e' privilegiato quindi, per una storia che vede nell'azione intima e interiore del protagonista il suo canovaccio principale, se si esclude l'intervento da eroe alla fine del film.

Credo che in questa ricerca, complementare, del protagonista e del co-protagonista, risieda la religiosita' del film, ed una sua chiave di lettura. Non e' una ricerca verso Dio, l'altrove non sembra esserci in termini tradizionali, vi e' piuttosto un necessario equilibrio universale che si basa sull'esistenza degli opposti in contrasto fra loro, per cui l'identita' dell'uno e' motivata dalla presenza del suo contrario. Proprio come nei fumetti dei supereroi, l'esistenza del cattivo necessita la presenza dell'eroe salvifico, e viceversa, altrimenti, come e' facile intuire, la storia raccontata non avrebbe senso.

Non e' una realta' utopica e confortante, non prevede alla fine scenari futuri migliori per cui lottare, anzi, rimaniamo profondamente inquietati insieme a David, quando scopre la terribile verita' su Elijah Price (non la rivelo per chi non ha visto il film, e dato che per chi lo ha visto e' superfluo ridirlo), e l'enigma non scompare quando, nell'ultima scena, lui dice a David che "e' colpa dei miei compagni che da piccolo mi chiamavano uomo di vetro", e che tutto cio' "e' necessario per i bambini".

Roberto Pistacchi